La S. Vergine nel messaggio del 1 maggio 1988 dopo averci rammentato in un quadro d’insieme le meraviglie che Dio ha operato per noi, ci invita ad essere perseveranti nel praticare i suoi insegnamenti. Infine, vi è un monito forte contro la perdita della fede, contro le nostre infedeltà al Signore che, strutturate in modo tale da essere un sistema di vita dell’intera società, mettono in pericolo spirituale e materiale l’umanità del quale Dio vuole, invece, l’intero bene.

Afferma la S. Vergine: "Dopo il periodo di pace che concederò al mondo per mezzo del mio Cuore, accadrà che molti si allontaneranno da Dio, si vergogneranno di Lui. Finito il periodo di pace, accadranno molti eventi spiacevoli, per ogni famiglia, per ogni città, per ogni nazione, per il mondo intero. Questo perché molti si adageranno di nuovo e si dimenticheranno di Dio e delle sue leggi. La Chiesa avrà molto da soffrire".

Come conciliare l’idea di un periodo di pace del quale nessuno sembra aver notato gli inizi con un altro periodo ancora grave?

Daremo una spiegazione avvalendoci delle valutazioni di Giovanni Paolo II nell’ottava parte del suo Testamento. Egli afferma che dall’autunno del 1989 per mezzo del Cuore Immacolato di Maria un fermento di pace è stato donato al mondo con la caduta dei regimi atei e comunisti e con la fine della cosiddetta "guerra fredda" senza il violento conflitto nucleare di cui pesava sul mondo il pericolo, cosicché l’ultimo decennio del XX secolo è stato libero dalle precedenti tensioni, sebbene si profilano nuove problematiche ed agitazioni.

A tal proposito la S. Vergine ci ha messo in guardia contro un deterioramento dei valori religiosi per non aver messo a frutto con sincero pentimento la pace seminata da Dio per la sua materna intercessione. Non bisogna, però, dedurre erroneamente che la pace ha una fine, ma che gli uomini vi pongono fine e ne ostacolano il pieno affermarsi nella misura in cui si allontanano da Dio e dalle sue Leggi.

La pace è un dono di Dio attraverso il Cuore Immacolato della S. Vergine, riflesso della perfetta pace di Cristo, venuto ad abitare in mezzo a noi, incarnandosi nel seno di Maria grazie al suo "sì". Verso la piena pace l’umanità dovrebbe avvicinarsi senza indugio e senza pericolosi arresti o deviazioni. La Madre del Cielo vuole aiutarci ad evitare e a rimuovere ciò che si contrappone alla vera e piena pace. Ci invita a non illuderci che la pace sia quella secondo la mentalità del mondo. È Cristo la nostra pace (Ef 2,14). La pace è quella che il Signore Gesù ci ha donato mediante il sangue versato sulla croce (Col 1,20).

S. Paolo stesso afferma tale incompatibilità fra le due idee di pace: "Quando si dirà: "Pace e sicurezza", allora d’improvviso li colpirà la rovina" (1Tess 5,3).

L’apostolo citando liberamente un versetto del Libro del profeta Geremia riassume il senso di un intero brano (Ger 6,1 e ssg.):

"Lasciati correggere, o Gerusalemme, perché io non mi allontani da te e non ti riduca a un deserto, a una regione disabitata [...]. Saranno presi uomini e donne, l’anziano e il decrepito. Le loro case passeranno a stranieri [...]. Perché dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna. Essi curano la ferita del mio popolo dicendo: "Pace, pace!" ma pace non c’è. (Questa è la traduzione letterale di Ger 6,14 in una nota della Bibbia di Gerusalemme, edizioni Dehoniane, Bologna 1993, pag. 1701.

La pace, shalôm, di cui parla anche la S. Vergine di Belpasso, esprime non solo l’assenza di pericoli esterni, ma tutto un ideale di prosperità individuale e collettiva, nelle buone relazioni con Dio e nell’armonia sociale, ideale che viene realizzato da Cristo Gesù). [...] Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre. Ma essi risposero: "Non la prenderemo!" [...]. Ecco, io mando contro questo popolo la sventura, il frutto dei loro pensieri, perché non hanno prestato attenzione alle mie parole e hanno rigettato la mia legge".

Le parole dell’apostolo Paolo e del profeta Geremia riecheggiano nelle parole della S. Vergine di Belpasso quando rivela che famiglie, città, nazioni rischiano di passare per una grande tribolazione, e quando ne enuncia le cause nell’allontanamento da Dio, nella mancata testimonianza dei cristiani e, più in generale per il mondo, nell’assenza del senso di Dio e nell’inosservanza delle Leggi divine inscritte nel cuore dell’uomo.

Per questo la S. Vergine ha promesso di ritornare una volta ancora: per avvisarci e nel frattempo proteggerci.

Contro questo pericolo la Madre di Dio pone il baluardo della consacrazione totale di ogni suo figlio all’amore di Dio, offrendo come modello, protezione e scuola di vita spirituale i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, immagini del nuovo Adamo e della novella Eva, modelli dell’umanità dal cuore nuovo. Nella seconda parte si annuncia, infatti, un segno di speranza, di liberazione e di salvaguardia quando invita a orientarci e ad affidarci ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, e a rimanere saldi nella testimonianza del Vangelo: "Ma prima che tutto questo accada ti avvertirò in modo che tu possa dirlo a tutti. Sarà questo il segno tangibile delle mie apparizioni ed è più importante dei segni nel cielo per la sua gravità. Non scoraggiatevi: guardate sempre ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Che il Santo Vangelo sia nelle vostre menti, sia la vostra parola, ma che soprattutto sia scrittura nei vostri cuori".

A tal fine la B. V. Maria ci vuole formare e indicarci con largo anticipo tempi e modi di tale sacro affidamento, come gesto sponsale con Cristo Gesù di tutta la Chiesa, a cominciare dal suo nucleo più piccolo, la famiglia, giustamente chiamata chiesa domestica. Lo farà con la 33Ş apparizione.

LE COMUNICAZIONI DI N. S. GESÙ CRISTO

Prima che questa avvenisse, Rosario racconta che nel 1995, in un periodo in cui il nostro continente e varie altre parti del mondo erano particolarmente agitati da guerre e tumulti, durante la S. Comunione chiese in preghiera a Gesù: "Signore, perché non fai venire la pace nel mondo, visto che puoi?". Inaspettatamente gli rispose:

"È vero che posso, ma voglio che si riconosca che è frutto del trionfo del Cuore della mia Ss. Madre attraverso la conversione di quelle anime che ostacolano la pace con la loro indifferenza verso me".

In un altro momento di preghiera durante la S. Comunione Gesù gli disse:

"Voglio che si diffonda ancora, si conosca di più e si pratichi maggiormente la devozione al Cuore Immacolato della mia Ss. Madre come atto di culto che conduce al mio Cuore".

Rosario obiettò che la Chiesa riconosce già questo culto. Ed il Signore Gesù rispose:

"È vero che lo riconosce, ma pochi lo praticano offrendo preghiere e sacrifici di riparazione per la conversione dei peccatori, consolando al tempo stesso il Cuore della mia Ss. Madre e così il mio. Questo è il culto che cerco e che desidero".

In un’altra occasione il Signore gli disse durante la S. Comunione: "Vengo a chiedere l’adempimento di quei propositi che ultimamente i successori di Pietro espressero, e cioè che ogni nazione, ogni diocesi, ogni parrocchia e famiglia si consacri al Cuore Immacolato della mia Ss. Madre".

Rosario obiettò che per alcune di queste è stato possibile, ma che era difficile estendere questa consacrazione a ciascuna famiglia. Gli rispose:

"È vero, ma ciò affretterà e consoliderà la pace che io ho affidata al Cuore della mia Ss. Madre, e poi con la mia grazia si può tutto. Confida in me pregando e sacrificandoti per questa intenzione".

(In effetti gli ultimi Pontefici, come Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II hanno ciascuno a loro modo pronunciato o almeno incoraggiato la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Già Papa Pio XII, ad esempio, nella lettera enciclica Auspicia quaedam del 1 maggio 1948 così dichiarava: "Noi, quasi in rappresentanza dell'umana famiglia da lui redenta, volemmo consacrarla altresì al Cuore immacolato di Maria vergine. Desideriamo pertanto che, qualora l'opportunità lo consigli, si faccia questa consacrazione sia nelle diocesi, sia nelle singole parrocchie e nelle famiglie; e abbiamo fiducia che da questa privata e pubblica consacrazione sgorgheranno abbondanti benefici e celesti favori").

Infine, durante quello stesso anno, Rosario intese queste parole:

"Se non si ascolteranno le mie richieste, nonostante oggi abbiate il seminario pieno, un giorno avrete le parrocchie vuote".

XXXIII apparizione

Giovedì 25 marzo 1999 - Annunciazione di nostro Signore -

RICHIESTA DELLA SPECIALE CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE, DELLE PARROCCHIE E DELLE DIOCESI AL CUORE IMMACOLATO DELLA REGINA DELLA PACE E, PER QUESTO TRAMITE, AL SACRO CUORE DI GESÙ

 "Nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1999, amareggiato per l’inizio di una nuova guerra in Europa (e precisamente nel Kosovo), stavo in veglia di preghiera nella mia camera per supplicare nostro Signore per la pace nel mondo, per intercessione della nostra Ss. Madre.

Dopo qualche ora, quasi assopitomi, mi coricai e mi addormentai.

Svegliatomi alle prime luci del giorno, sceso dal letto e alzando lo sguardo, mi ritrovai sulla cima di un monte dal quale si vedeva il mondo.

Fu qui che vidi la S. Vergine di Belpasso con il Cuore Immacolato, la corona del rosario nella mano destra e, questa volta, un ramoscello d’ulivo (che si diramava in due varietà) nella mano sinistra. La S. Vergine disse:

 "È giunto il momento di chiedere al Santo Padre di promuovere con l’ausilio di tutti i Vescovi una speciale consacrazione delle famiglie al mio Cuore Immacolato e, per esso, al Sacro Cuore del Signore Gesù, e così di quella delle parrocchie e di tutte le diocesi del mondo, secondo la volontà espressa da nostro Signore.

Molte anime percorrono un sentiero che le allontana da Dio, ma Egli nella sua infinita misericordia vuole salvarle affidandole alle cure del mio Cuore Immacolato. All’inizio vi saranno ostacoli per l’adempimento di questa richiesta, ma poi sarà riconosciuta come un baluardo di difesa e molte anime saranno salve. E tu dovrai sacrificarti e pregare molto per questo".

Chiesi cosa avrei dovuto fare e la S. Vergine mi rispose:

"Metti per iscritto ciò che ti ha comunicato nostro Signore e informane il tuo Arcivescovo e il popolo, ma a quest’ultimo non dire che è stato il Signore a comunicartelo".

 Seguì un attimo di silenzio, dopo la S. Vergine mostrando il ramoscello d’ulivo riprese:

 "Ecco il segno della riconciliazione e dell’unità: è per tutti gli uomini che, riconciliandosi con il Padre per i meriti di Gesù Cristo, ritroveranno nel vincolo dell’Amore la pace di Dio".

Poi, come per porgermi la corona del rosario, proseguì:

"Ecco il segno della preghiera: è per tutti gli uomini che, aprendo il loro cuore a Dio e meditando sulle sue parole di vita eterna, daranno frutti di carità".

 Infine, indicando il suo Cuore, disse:

 "Ecco il segno del dono di sé a Dio: è per tutti gli uomini che, uniti nel Sacrificio eucaristico alle sofferenze di Cristo, consoleranno i Sacri Cuori di Gesù e di Maria offrendo riparazione in favore della conversione di quanti sono travagliati dal peccato".

 Fu col pronunciare tali parole che vidi Gesù crocifisso e il suo Sacro Cuore e, all’altezza di questo, come sospeso, un calice sormontato da un’ostia.

Una luce immensa e numerose piccole fiammelle si irradiavano dall’alto e avvolgevano tutto lo spazio intorno. Nel frattempo tutta la figura di Gesù si proiettava dentro il calice e l’ostia che stillava gocce di sangue e acqua che, riempiendo il calice che traboccava, ricadevano sul mondo, mentre una voce poderosa diceva dall’alto:

"Salvezza e santità!".

 Infine la S. Vergine disse:

 "Mantieni tutto questo sotto segreto. Dopo il giubileo (si riferiva al giubileo dell’anno 2000), ti sarà chiaro il momento e il confessore a cui parlarne. Quindi, ti sarà mostrata la strada da percorrere"

 

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Dunque, il 25 marzo 1999 giunge l’ultima apparizione che la Madre di Dio aveva promesso per avvisare tutti i suoi figli affinché trovassero rimedio e difesa contro le minacce che il maligno trama seducendo molte anime.

La Madre di Dio afferma che è giunto il momento che i suoi figli ritornino al fonte della propria consacrazione battesimale per metterne a frutto le promesse con l’aiuto del suo Cuore Immacolato: attraverso la loro consacrazione anche le anime lontane da Dio saranno fatte partecipi, abbracciate e protette dall’infinita divina misericordia.

Il piano della Madre di Dio comincia dalla chiesa domestica, la famiglia, ma poi vuole abbracciare tutta la Chiesa, coinvolgendo le parrocchie e le diocesi di tutto il mondo. Quindi, tutti i pastori della Chiesa sono chiamati a cooperare e ad assistere spiritualmente secondo anche l’esortazione del Papa: "Un’attenzione speciale, poi, deve essere assicurata alla pastorale della famiglia, tanto più necessaria in un momento storico come il presente..." (Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 47).

Alla domanda di Rosario sul da farsi, la S. Vergine risponde di informare per iscritto il suo Vescovo riguardo alle comunicazioni del Signore Gesù. Gli ordina pure di informare il popolo di Dio senza però parlare di locuzioni. Lo farà nella terza relazione

Rosario, rivelò tali comunicazioni ai direttori spirituali già dal 1995 e negli anni successivi. Quando nel 1999 la S. Vergine glielo ordinò, le riferì anche al Vescovo della Chiesa di Catania, rinnovandone gli appelli negli anni seguenti e insistendo sulla consacrazione delle famiglie. Nel marzo del 2001, comprendendo che si avvicinava quel pericolo verso cui stava precipitando l’umanità, rivelò al Vescovo pure l’apparizione del 1999 e gli appelli della Madre di Dio. Nel settembre del 2001, come è noto, si è palesata la grande offensiva terroristica e una nuova e più temibile fase di inquietudini e conflitti per il mondo intero.

Come, dunque, la S. Vergine di Belpasso vuole che si realizzi la consacrazione delle famiglie?

La famiglia cristiana, per la grazia dei Sacramenti vissuta in una concreta esperienza di fede e di carità, si pone come segno e riflesso dell’amore Trinitario e come attuazione originale e immagine della Chiesa, tanto da meritare il nome di "chiesa domestica" (cfr. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11). Partecipa alla vita e alla missione della Chiesa, ricevendo e trasmettendo l'amore di Cristo. Offre a Dio il culto spirituale con la preghiera comune e l'offerta del proprio stare insieme, nella fatica e nel riposo, nella sofferenza e nella gioia, celebrando l'Eucaristia nel giorno del Signore, procedendo insieme nel cammino di fede (Cfr. CEI, La verità vi farà liberi, 1071-72).

Poste queste premesse, la consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato della Madre di Dio si propone come valido aiuto a quanti vogliono vivere meglio alla sequela di Cristo Gesù. Imitando le virtù di Maria, discepola perfetta di Cristo, la famiglia consacrata potrà testimoniare l’amore di Dio nella Chiesa e nel mondo.

Si può, perciò, comprendere meglio il senso dei tre segni offerti da Maria: il ramoscello di ulivo formato da due varietà diverse (immagine che ricorda la Lettera ai Romani, 11,17-24, dove S. Paolo parla di un olivo buono e di un oleastro innestato in esso, come simbolo degli ebrei e dei gentili, entrambi beneficiari della riconciliazione con Dio), come segno di unità e riconciliazione tra i popoli nella pace di Dio, in Cristo, da realizzarsi con un percorso di conversione di ciascuno, a cominciare dal proprio nucleo familiare.

La corona del Rosario, è il segno dell’intimità con Dio: rimanendo sempre uniti nella preghiera in famiglia, in comunione con il Signore, specialmente mediante il S. Rosario, meditando sulla sua Parola, ci si conforma sempre più ai voleri e alla perfezione di Dio e si diventa autentici testimoni dell’amore Trinitario, prima in famiglia e poi per le strade del mondo.

Il Cuore stesso di Maria, che offrendo al mondo il suo Figlio crocifisso ha come offerto se stessa in sacrificio, ricevendo una spirituale spada di sofferenza, è un segno per noi, e si attualizza e rinnova ogni giorno con la nostra compartecipazione al sacrificio di Gesù nella Comunione eucaristica, unendovi le nostre preghiere, buone azioni, sofferenze, ecc., per realizzare il mistero della Redenzione per quanti ancora sono lontani da Dio ma sempre amati da Lui.

In questo è racchiuso il segreto della salvezza e santità dell’umanità, proclamata da una voce forte (il Padre), e come vuol significare la visione di Gesù crocifisso che tutto si proietta nel Sacrificio eucaristico, i cui benefici si riversano sul mondo intero (il calice traboccante), e come sembrano simboleggiare quelle fiammelle che avvolgono tutto lo spazio intorno (lo Spirito Santo Amore che riempie di sé tutto il creato).

Noi siamo uniti e cooperiamo a tutto questo nella misura in cui rispondiamo alla chiamata a ritornare a Dio, a riscoprire la nostra consacrazione battesimale che affidata devotamente all’Immacolato Cuore di Maria, Regina della Pace, si perfeziona nello spirito di penitenza, nella vita di preghiera e nello slancio missionario di riparazione dei danni causati dal peccato, per la pace nostra, dell’umana società e del mondo poiché si traduce in amore che si dona e che prolifera tra i fratelli soprattutto fra quelli più lontani e più traviati, per il bene di tutta l’umanità e di tutto il creato.

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