MARIA NEL CORANO E NELLA TRADIZIONE ISLAMICA

 

BIBLIOGRAFIA

- Gharib Georges, Maria nel Corano e nella tradizione islamica, Marianum, Roma 1999.

- Bertogli V., La mariologia musulmana in Laurentium 20 (1979), pp. 774-311.

- Geagea N., Maria nel messaggio coranico, Teresianum, Roma 1972.

- Branca Paolo, Introduzione all’Islam, S. Paolo, Milano 1995.

  

I. L’ISLAM

- L’Arabia prima di Maometto
- La vita di Maometto
- La religione musulmana
- Geografia attuale dell’Islam

 

  II. LA VITA DI MARIA SECONDO IL CORANO

- Testi mariani del Corano
- Nascita di Maria
- Maria nel Tempio
- L’Annunciazione
- Il parto
- Difesa di Maria da un’atroce calunnia

 III. PROFILO SPIRITUALE DI MARIA

- Maria segno per l’universo
- Maria modello dei Credenti

 IV. MARIA NELLA TRADIZIONE ISLAMICA

- Varie interpretazioni della presenza di Maria nel Corano

 

I. L’ISLAM

L’ARABIA PRIMA DI MAOMETTO

- Culla dell’Islam è la penisola arabica, un immenso deserto brullo e montagnoso, abitato nei tempi antichi quasi esclusivamente nella zona costiera, fertile sede di scambi commerciali e religiosi tra Siria, Egitto, Mesopotamia, India e Africa. Al suo interno l’Arabia ha visto il sorgere e l’avvicendarsi di grandi regni come quelli di Saba, Mineo, Quataban, Hadramit e altri.
- Incastonato tra Nord e Sud, si trova lo Higiaz, indipendente e turbolento, sede di tribù beduine fiere e bellicose, con rigide tradizioni d’onore e di ospitalità, ma anche dedite a razzie, brigantaggio e faide. Lo Higiaz era attraversato da una sola carovaniera, lungo la quale si scambiavano le merci dell’India e dell’Arabia felice con i paesi del Mediterraneo e vicino alla quale sorsero agglomerati urbani come la Mecca, Yathreb e Taef. La Mecca divenne presto il più importante centro commerciale e religioso, sede anche di un antico santuario dedicato al dio Hubal, adorato sulla "Pietra nera" conservata nella Ka’ba. Il santuario era custodito da una plutocrazia clericale che faceva pagare a caro prezzo ai pellegrini l’acqua, il pane, il diritto di venerare la Ka’ba e quello di sacrificare agli idoli.
- Ebrei e cristiani erano presenti in Arabia e avevano accesso alla Ka’ba per venerarvi il loro Dio. La loro massiccia presenza spiega gli influssi giudeo – cristiani sulla nuova religione di Maometto.
- Elemento unificante di tutta l’Arabia era la lingua araba, intesa da tutti e la cui padronanza era altamente stimata.
- Alla vigilia dell’Islam, abbiamo in Arabia questa situazione:
a) Sul piano politico ci sono due grandi imperi, quello bizantino e quello dei Persi Sassanidi, da sempre in lotta tra di loro e in decadenza;
b) Sul piano religioso abbiamo un mondo in effervescenza con l’evoluzione del paganesimo e del politeismo verso una forma di monoteismo;
c) Il giudaismo era fortemente chiuso in sé stesso, mentre il cristianesimo era in piena espansione, ma diviso in sette numerose e rivali, spesso superficiale e fondato più sui racconti apocrifi che sulla Bibbia.


LA VITA DI MAOMETTO

La vita del Profeta può dividersi in tre tappe:

1. Nascita, formazione e vocazione (570-612)
570 – Probabile anno di nascita nella Mecca, dalla tribù di Quraish, da Abdallal e da Amira. Quest’anno è ricordato dall’Islam come "Anno dell’elefante";
576 – Morte della madre. L’orfano viene prima accolto dal nonno Abd-el-Muttaleb e poi dallo zio Taleb;
582 – Maometto incontra il monaco cristiano Bahira, durante un suo viaggio sulla rotta carovaniera della Siria;
592 – Maometto entra al servizio di una ricca vedova di nome Khadigia;
600 – Maometto sposa Khadigia e, libero da impegni di lavoro, si reca spesso a pregare e meditare in una caverna del monte Hira;
610 – Nella notte tra il 26 e 27 del mese di Ramadan, Maometto ha la visione dell’angelo Gabriele che gli ordina di dedicarsi alla predicazione pubblica. Questa notte è chiamata la "Notte del destino" o Lailat al-Qadr. Le rivelazioni di Gabriele continueranno ad intervalli fino alla morte di Maometto.

2. Periodo meccano della predicazione (612-622)
Comprende tre tappe:

Prima tappa
612 – 615: Maometto ha un programma prettamente religioso e si presenta come "Annunciatore (Mundhir) e "Banditore" (Mubasshir) della fede in un Dio che promette il paradiso ai poveri e l’inferno ai ricchi. La reazione dei meccani a questa predicazione è furibonda;
615 – Emigrazione dei seguaci di Maometto in Abissinia per sfuggire alle persecuzioni dei meccani.
Seconda tappa
615 – 619: Maometto continua la sua predicazione apostolica e apologetica, ricorrendo spesso alla Bibbia e alla storia dei profeti;
616 – Seconda emigrazione dei seguaci del Profeta in Abissinia;
619 – I meccani ritirano il boicotaggio contro Maometto che riporta perciò una grande vittoria morale contro di essi.
Terza tappa
619 – E’ detto l’Anno dei cordogli perché Maometto perde Khadigia e lo zio Abu Taleb, rimpiazzato dal suo peggiore nemico, Abu Lahab;
621 – Primo incontro di Maometto con la gente di Yathreb che lo invitano a restare con loro;
622 – Incontri missionari di Maometto ad Akaba e ed Egira (20 settembre).

3. Periodo medinese (622 – 632)
Questo periodo è caratterizzato dalla guerra santa e dall’organizzazione dello stato musulmano: guerra santa contro la Mecca, liquidazione di ebrei e cristiani, sottomissione di tutta l’Arabia.
622 – L’oasi di Yathareb a nord della Mecca diventa Medina, ossia la "città del Profeta";
623 – Maometto impone il digiuno del Ramadan. La "direzione della preghiera" (Qibla) diventa la Mecca al posto di Gerusalemme;
624 – Battaglia di Badr e vittoria di Maometto sui Quraishiti. Fatima, figlia del Profeta, sposa Ali ed ha due figli da lui: Hassan e Hussain;
626 – Maometto sposa Zainab e poi la giovane Aisha;
627 – I meccani assediano Medina: battaglia detta "del Fossato" e vittoria dei musulmani;
630 – Occupazione della Mecca e della Ka’ba e messa al bando del paganesimo. La Mecca diventa la "Casa di Dio" che ogni musulmano è obbligato a vedere almeno una volta nella sua vita;
631 – Sottomissione delle tribù cristiane;
632 – Ultimo pellegrinaggio di Maometto alla Mecca, sua malattia e morte a Medina (8 giugno), dove è ancora sepolto. Per questo Medina è il secondo santuario islamico dopo la Mecca.

LA RELIGIONE MUSULMANA

1. La fede islamica
Essa proclama che non c’è altra divinità al di fuori di Dio e che Maometto è il suo profeta. Chi non crede questo è "infedele", termine che abbraccia tutti i non-musulmani e coloro che associano altre divinità all’unico Dio

2. Il Corano fonte della fede
Per l’Islam il Corano chiude il ciclo temporale dei messaggi inviati da Dio. Fu scritto tardivamente verso il 655 e contiene i messaggi e la dottrina di Maometto tramandata dalla memoria dei suoi "fedeli compagni". Esso si compone di 114 sure o capitoli, disposti in ordine decrescente di lunghezza. Le sure sono a loro volta divise in versetti che complessivamente sono 6226. Che cosa dice il Corano di sé stesso? Ecco:
- Il Corano esiste in cielo, dove si trova la "Scrittura Madre" o la "Matrice della Scrittura";
- Detta matrice fu calata nel corso dei secoli su alcuni profeti (La Torà di Mosè – I salmi di Davide - il Vangelo di Gesù – il Corano di Maometto);
- Il Corano di Maometto è l’ultima decisiva rivelazione della Scrittura eterna;
- Il Corano è "una parola efficace ed è il criterio tra il vero e il falso, tra i credenti e i non credenti";
- Nessuno potrà mai scrivere qualcosa migliore o come il Corano perché esso è "inimitabile".

3. Il dogma dell’Islam
I punti fondamentali del dogma islamico sono:
- Unicità assoluta di Dio: creatore, onnipotente, misericordioso, inaccessibile ma vicino all’uomo che lo prega, giudice supremo. Dio ha 99 nomi che vengono recitati su un rosario chiamato Sabha.
- Missione profetica di Maometto: I tre grandi profeti della storia della salvezza sono Mosè, Gesù e Maometto che è l’ultimo ed il più grande Profeta, latore dell’ultima parola rivolta da Dio all’uomo.
- Esistenza degli Angeli: creature di luce, portatori degli ordini di Dio che intervengono anche a favore degli uomini. Esseri intermedi sono i Ginn, creature di fuoco, sottomessi alla legge, alcuni buoni, altri provocatori.
- L’ultima ora: è il momento in cui ogni essere sarà giudicato da Dio e conoscerà la delizia del paradiso o gli eterni tormenti dell’inferno.
- Decreto predeterminante di Dio: per il male come per il bene. Non tutte le scuole ammettono però la predeterminazione in maniera categoria e assoluta, dato che i testi coranici riconoscono anche la responsabilità umana nel compiere il bene e il male.

4. La morale musulmana
Il credente è "investito" da Dio a compiere il bene ed evitare il male. Egli è chiamato alla preghiera, al rispetto dei genitori, alle buone relazioni con i vicini, a compiere gli esercizi del culto, a curare l’ospitalità, a proteggere l’orfano e il debole, a rispettare la vita umana e la famiglia, a vivere lontano dalla dissolutezza.

5. Il culto musulmano
Comprende cinque obblighi perentori:
- Recita della Shahada (Testimonianza) nelle circostanze importanti e solenni della vita e soprattutto in punto di morte;
- Recita della Salat (Preghiera) 5 volte al giorno: alba, mezzogiorno, pomeriggio, tramonto e notte, in direzione della Mecca e come atto di adorazione verso Dio;
- Pratica del Saum (Digiuno), prescritto per tutto il mese di Ramadan che corrisponde al nono mese dell’anno lunare. Il credente deve astenersi dall’alba al tramonto, da ogni cibo e bevanda, dal fumo e dagli atti sessuali:
- Pellegrinaggio alla Mecca obbligatorio almeno una volta nella vita;
- Pratica della Zakat (Elemosina legale), tributo obbligatorio per provvedere ai bisogni della comunità.

6. Feste musulmane
Le feste canoniche sono solo due:
- La "Piccola festa" che dura tre giorni ed è posta alla fine del Ramadan;
- La "Grande festa", dal 10 al 12 del mese lunare di Dhu-l-Huggia, in coincidenza con le cerimonie culminanti del pellegrinaggio alla Mecca.
Altre feste sono:
- Primo giorno dell’anno egiriano (Ras al-Sura), simile al nostro capodanno;
- Nascita del profeta (Al – Mulud) e si celebra il 12 del terzo mese lunare Rabi’al-Awwal.
- Notte del Destino o festa della prima rivelazione a Maometto (tra il 26 e il 27 di Ramadan)
Giorno festivo settimanale è il venerdì che comporta l’astensione dal lavoro e la preghiera comunitaria nella moschea.

GEOGRAFIA ATTUALE DELL’ISLAM

1. Quanti musulmani?
- E’ difficile fornire cifre precise e attendibili sul numero dei Musulmani nel mondo che dovrebbero raggiungere comunque il miliardo, quindi il 17% della popolazione mondiale. L’Islam è religione di stato in Arabia Saudita, Yemen, del Nord, Kuwait, Pakistan, Iran, Irak, Malaysia, Maldive, Egitto, Marocco, Sudan, Tunisia e Mauritania. In Bangladesh, Turchia, Afghanistan, Siria, Algeria, i Musulmani rappresentano il 90% della popolazione. 90 milioni di musulmani vivono in India e 10 milioni in Europa.

2. Organizzazioni islamiche internazionali
Le principali sono:
- Congresso del Mondo Musulmano, creato nel 1926 con sede a Karachi nel Pakistan ed ha lo scopo di radunare personalità e associazioni musulmane per venire in aiuto e sostenere le minoranze islamiche nel mondo;
- Lega del Mondo Musulmano, fondata nel 19962 con sede alla Mecca in Arabia Saudita, con il compito di diffondere l’Islam nel mondo;
- Organizzazione della Conferenza Islamica fondata nel 1962 a Rabat nel Marocco. Costituisce una struttura di congiunzione tra gli stati musulmani e conta oggi 45 stati. Organizza ogni tre anni un incontro al vertice dei capi di stato;
- Lega Araba fondata nel 1945 è attualmente un organo intergovernativo di 22 stati.

II. LA VITA DI MARIA SECONDO IL CORANO

TESTI MARIANI DEL CORANO

Maria è presente in 12 sure e 70 versetti:

VITA DEL PROFETA

PERIODO

SURA

VERSETTI

NOME SURA

PERIODO MECCANO

(612-622)

Primo Periodo

(612-615)

19

16-36

Maryam

Secondo Periodo

(615-619)

43

57

Gli ornamenti d’oro

Terzo Periodo

(619-622)

21

23

91

50

I Profeti

I credenti

 

PERIODO MEDINESE

(622-632)

-

-

-

-

-

-

-

-

2

3

4

5

9

33

57

66

87 e 235

33-37 e 42-51

156, 157, 171

17, 46, 72-78, 110-117

31

7

6 e 14

12

La Vacca

La figlia di Imran

Le Donne

La Mensa

La Penitenza

I Partiti

L’Assemblea

Dichiarazione di illiceità

Le sure che contengono il più gran numero di elementi mariani sono la 19, la 3 e la 5:

- La sura 19, chiamata "di Maria", si compone di 98 versetti e si divide in due parti: i versetti 1-56 riguardano i profeti Zaccaria, Maria, Abramo, Mosè, Idris; i versetti 57-98 contengono una parte parenetica e comminatoria contri coloro che associano altri dei al "Misericordioso";

- La sura 3 detta "della Famiglia di Imran" comprende 200 versetti ed è ricca di elementi cristologici e contiene molti elementi che riguardano la generazione e la missione di Gesù.

- Gli episodi della vita di Maria che il Corano conosce sono cinque: 1. Natività di Maria; 2. Ritiro nel Tempio; 3. L’Annunciazione; 4. Il parto; 5. Difesa da una atroce calunnia.

LA NASCITA DI MARIA

Dalla sura 3:
33. Dio ha eletto Adamo e Noè e la gente di Abramo e la gente di Imran sopra il creato,
34. progenie dopo progenie. E Dio ascolta e conosce.
35. Rammenta quanto la moglie di Imran disse: "Signore mio, io voto a te ciò che è nel mio seno; sarà libero dal mondo e dato a te; accettalo, tu che sei Colui che ascolta e conosce!"
36. Quando l’ebbe partorita disse: "Signore mio, ho partorito una femmina! Ma Dio sapeva meglio di lei chi aveva partorito. E il maschio non è come la femmina. L’ho chiamata Maria, la raccomando a te, lei e la sua progenie, contro Satana, il reietto".
37. Il Signore l’accetto, d’accettazione buona, la fece crescere rigogliosa e l’affido a Zaccaria.

Spiegazione
- Protagonista del racconto è la moglie di Imran, capostipite della famiglia. Il Corano ignora il nome di Gioacchino e non pronuncia mai il nome di Anna:
- Imran è inserito nell’elenco degli eletto accanto ad Adamo, Noè e Abramo e forse il Corano lo confonde con Amram padre di Mosè e di Aronne (Es 6,20), confondendo anche Myriam figlia di Amram e sorella di Aronne, con Maria, madre di Gesù. Solo più tardi gli autori musulmani chiamano Gioacchino ed Anna col loro nome, attingendo chiaramente alle fonti cristiane e affermando categoricamente che la sura parla di Maria madre di Gesù;
- "Maria" vuol dire per i musulmani "devota", "pia";
- Viene confermata nel versetto 37 la protezione di Dio sulla neonata bambina. Egli la farà crescere mirabilmente, somministrandole il necessario perché diventi adulta e matura e progredisca nella bontà, castità e obbedienza, tutta dedita agli esercizi di pietà.

IL RITIRO DI MARIA NEL TEMPIO

Ne parlano le sure 19 e 3:

Sura 19:
16. Rammenta nel libro di Maria, quando si appartò dalla sua gente, in un luogo ad oriente,
17. e prese di fronte a loro il velo.

Sura 3:
37. Il Signore…l’affidò a Zaccaria. Ogniqualvolta Zaccaria entrava da lei nel mihrab, vi trovava del cibo e chiedeva: "O Maria, donde hai questo?" Gli rispondeva: "Proviene da Dio. Poiché Dio sostenta chi vuole, senza misura".
42. Rammenta ancora quando gli angeli dissero a Maria: "O Maria, Dio ti ha scelto e ti ha reso pura e ti ha eletta al di sopra delle donne dell’universo!
43. O Maria, sii devota verso il tuo Signore, prostrati e inchinati con quelli che si inchinano".
44. Questo è un segreto che ti riveliamo, perché non eri con loro quando essi gettavano le loro canne per sapere a chi Maria sarebbe stata affidata, e non eri presente durante la disputa.

Spiegazione
- Luogo ad oriente è da identificarsi con il Mihrab della sura 3 e sarebbe una costruzione annessa al Tempio e destinata ad abitazione;
- E’ Maria che si ritira nel Tempio, adempiendo il voto della madre;
- il velo "higiab" ha un significato spirituale: Dio protegge la solitudine di Maria e ne favorisce la riservatezza e il pudore, sottraendola agli sguardi indiscreti:
- E’ Zaccaria che ha il compito di custodire e proteggere Maria, compito impegnativo e onorifico toccato a lui dopo aver vinto una sfida contro altri pretendenti;
- le canne tirate: l’episodio non si trova nemmeno nei libri apocrifi. Secondo alcuni studiosi musulmani si sarebbe trattato di dare un sostituto a Zaccaria, divenuto vecchio e malato; secondo altri riguarderebbe la discussione di 27 pretendenti, che alla fine si sarebbero recati sulle sponde del fiume Giordano e vi avrebbero gettato i propri calami, quelli con cui scrivevano la Torà. L’unico che sarebbe riaffiorato dalle acque sarebbe stato quello di Zaccaria.
- Maria visse lunghi anni nel Mihrab. Copiosamente provveduta da Dio veniva da lui prodigiosamente nutrita, stava in compagnia degli angeli e di Gabriele il cui compito era quello di farle prendere coscienza della sua dignità e della sua posizione nel disegno di salvezza, della sua predestinazione e della sua eminente dignità.

L’ANNUNCIAZIONE

Ne parlano le sure 19 e 3:

Sura 19:
17…..Noi le inviammo il nostro Spirito, che le apparve in tutto simile ad un uomo.
18. Essa disse:"Mi protegga da te il Misericordioso, se di Dio non sei timoroso!".
19. Rispose: "Altro non sono che un messaggero del tuo Signore, per donarti un fanciullo puro".
20. Essa disse: "Come avrò un figlio, se nessun uomo mi ha toccata, né sono una donna dissoluta?"
21. Egli rispose: "Così vuole il tuo Signore, che dice: Questa è cosa facile per me. Faremo inoltre di lui un segno per gli uomini, un atto della nostra clemenza. E’ una cosa decretata!"

Sura 3:
45. E quando gli angeli dissero a Maria: "O Maria, Dio ti annuncia il suo Verbo, il cui nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’altro e tra i più favoriti.
46. Egli parlerà agli uomini in culla e da adulto e sarà uno dei buoni".
47. Rispose (Maria): "Signore mio, come potrei avere un figlio, se nessun uomo mi ha toccata?" Rispose (l’Angelo): "Dio crea ciò che vuole, quando egli decide una cosa, egli non ha altro da dire: Sii, ed essa è!
48. Egli gli insegnerà il Libro, la saggezza, la Torà e il Vangelo,
49. e sarà il suo messaggero presso i figli di Israele, ai quali dirà: Io vi porto un segno del vostro Signore: vi foggerò un uccello con del fango e soffierò sopra e diventerà, con il permesso di Dio, un uccello. Guarirò pure, col permesso di Dio, il cieco nato ed il lebbroso, e risusciterò i morti. Vi svelerò inoltre ciò che mangiate e le provviste che tenete nelle vostre case. Tutto questo sarà un segno per voi, se siete dei credenti.
50. Io sono venuto per confermare la Torà e permettervi l’uso di certe cose, che vi erano state interdette. Vengo a voi con un segno del vostro Signore. Temete Dio ed ubbiditemi.
51. Dio è davvero mio e vostro Signore: adoratelo, questa è la retta via".

Spiegazione
- Lo spirito di cui si parla non è lo Spirito Santo, ma uno spirito angelico identificato dagli esegeti con Gabriele;
- Obiettivo dell’annuncio è la nascita di un figlio chiamato "Verbo", termine che per gli esegeti musulmani vuol dire "Fiat", cioè l’imperativo categorico col quale Dio ha fatto venire all’esistenza Gesù, figlio di Maria;
- Maria mostra sorpresa e invoca la sua verginità, ma l’angelo le dice che tutto è volontà di Dio, per cui non può non accettare una cosa da lui decretata;
- L’angelo Gabriele si sarebbe presentato a Maria nel giorno più lungo e più caldo dell’anno, mentre si trovava fuori del Mihrab. Le versioni, circa i motivi per cui era fuori, sono tre:
a) Per prendere una boccata d’aria fresca sul lato orientale del Tempio;
b) Per purgarsi in un fresco bagno dalle sue regole;
c) Per attingere l’acqua da una fontana, all’interno di una grotta;
- Gabriele si presenta a Maria come un giovane gagliardo, imberbe, luminoso, attraente, con capelli neri e ricciuti, tratto elegante e dignitoso, in modo da colpire la sensibilità di Maria e influire su tutto il suo essere;
- In che modo Maria resta incinta? Alcuni autori dicono che Gabriele soffiò dentro la manica e la fessura della tunica e quando Maria se ne rivestì, l’umidità del soffio raggiunse il suo grembo e lo rese fecondo. Altri commentatori pensano a Gabriele che soffia direttamente nella bocca di Maria e il soffio angelico penetra e rende fecondo il seno verginale di lei.
- Il primo ad accorgersi che Maria è incinta è suo cugino e compagno di lavoro nel Tempio, Giuseppe il falegname che notò subito la stanchezza, la magrezza e il pallore di lei e ne ebbe scandalo; pur riconoscendo le virtù e volendone tutelare l’innocenza, egli fu tentato di disfarsene ed ucciderla. A rassicurare Giuseppe fu Gabriele ma anche Gesù stesso che il giorno della sua nascita, gli spiega quello che è successo in Maria per opera di Dio;
- Al momento dell’annunciazione Maria aveva 17 anni per alcuni, per altri 13 o addirittura 10 anni. In ogni caso ella avrebbe sperimentato soltanto due volte il fenomeno delle mestruazioni. Quando era sola, durante la gestazione, si intratteneva con Gesù, ancora chiuso nel suo grembo, in amorosi e reciproci colloqui.

IL PARTO DI MARIA

Ne parla la sura 19:

22. Essa lo concepì e si appartò in una località lontana.
23. I dolori del parto la costrinsero a rifugiarsi presso il tronco di una palma, ove esclamò: "Fossi morta prima che avvenisse, e fossi del tutto dimenticata!".
24. Da sotto le pervenne una voce: "Non rattristarti, il tuo Signore ha posto ai tuoi piedi un ruscello.
25. Scuoti verso di te il tronco della palma, che farà cadere su di te datteri maturi.
26. Mangiane, bevi e consolati. Qualora vedessi qualche uomo, digli: "Ho votato al Misericordioso di digiunare e non parlerò oggi con alcun uomo".

Spiegazione
- Il luogo del parto, non sarebbe una città ben precisa, né una stalla o una grotta, ma esso sarebbe avvenuto all’aperto, vicino ad una palma;
- I dolori del parto: il lamento di Maria è sorprendente e sconcertante, ma il Corano non precisa se si tratta di dolore fisico o morale. Secondo alcuni commentatori musulmani si tratta di dolore morale e quindi il Corano affermerebbe la verginità nel parto di Maria;
- Maria difesa dal figlio: il neonato interviene a consolare la madre, invitandola a cibarsi dei datteri e a dissetarsi ad una sorgente fatta scaturire da Dio ai suoi piedi;
- Il giorno della nascita: secondo alcuni commentatori sarebbe un giorno d’inverno, la 24esima notte di dicembre, un mercoledì;
- Quando è avvenuto il parto? Le opinioni degli esegeti sono contrastanti. La nascita sarebbe avvenuta:
a) dopo la normale gestazione di nove mesi;
b) al settimo o al sesto mese di gravidanza;
c) in sole tre ore: concepimento, formazione del corpo e nascita sarebbero avvenute di seguito, alla distanza di un’ora l’uno dall’altra;
d) in un’ora soltanto: concepimento, formazione del corpo e nascita sarebbero avvenute all’ora del tramonto. Maria avrebbe avvertito in anticipo i sintomi del parto e per pudore si sarebbe allontanata dalla casa, fuggendo verso Oriente, in una località distante dalla sua abitazione;
- La palma sarebbe stata un tronco arido, privo di chioma e di frutti, prodigiosamente rinverdito e caricato di datteri al momento del parto;
- Appena nato Gesù, gli idoli si trovarono ovunque rovesciati a terra e tutti i demoni provarono un indicibile spavento. Satana stesso andò in giro per rendersi conto del fatto, ma passando vicino al luogo dove Gesù era nato, non potè accorgersi di nulla, perché gli angeli si erano stretti in cerchio attorno a Maria per proteggere il neonato bambino, toccando con le spalle il limitare del cielo e con i piedi i confini della terra.

LA DIFESA DA UN’ATROCE CALUNNIA

Ne parla solo la sura 19:

27. Lo portò quindi presso la sua gente. Quelli le dissero: "O Maria, che strana cosa hai fatto?
28. O sorella di Aronne, tuo padre non fu mai malvagio, né tua madre dissoluta!".
29. Essa lo additò. E quelli dissero: "Dobbiamo parlare con chi è ancora nella culla bambino?"
30. Disse (il bambino): "Sono il servo di Dio, che mi ha dato il libro e mi ha costituito profeta.
31. Mi ha anche benedetto ovunque mi trovi e mi ha ingiunto la preghiera e l’elemosina, finché sarò in vita,
32 e di essere ossequiente verso mia madre, e non mi ha fatto superbo né ribelle.
33. La pace sia con me il giorno in cui sono nato, nel giorno della mia morte, e nel giorno in cui sarò resuscitato a vita.

Spiegazione
- Maria ritorna a casa dopo il parto e la reazione dei suoi parenti è indignata a vederla con un bambino senza essere sposata;
- L’intervento di Gesù è sbalorditivo: la sua è una confutazione indiretta, ma che rende giustizia all’innocenza della madre, così come Dio ne aveva dimostrato la rettitudine con una sua particolare provvidenza al momento del parto;
- Il prodigioso bambino si rivela subito come "servo" (‘Abd) e come "messaggero" (Rasul) di Dio.

III. IL PROFILO SPIRITUALE DI MARIA NEL CORANO

MARIA SEGNO (AYAT) PER L’UNIVERSO

Sono due i luoghi coranici in cui Maria è presentata come Ayat o "segno":

Sura 21:
91. Rammenta pure colei che preservò la sua verginità, si che alitammo in lei il nostro spirito, e facemmo di lei e di suo figlio un segno per l’universo.

Sura 23:
50. Facemmo pure del figlio di Maria e di sua madre un segno e demmo loro ricovero su una altura tranquilla e irrigata di fonti.

Spiegazione
- Ayat ricorre 360 volte nel Corano con significati diversi, ma con un denominatore comune che è questo: segno di riconoscimento dato da Dio per far cogliere un suo intervento volto ad attirare alla fede o a promuovere il benessere anche temporale, come la giustizia e la pace, tra gli uomini. Nel caso di Maria, al pari di Gesù, il termine esprime e manifesta un intervento eccezionale della sapienza e della onnipotenza di Dio che si concretizza, sul piano della realtà storica, in prerogative speciali concesse a Maria.

- Queste prerogative sono quattro:

1. La predestinazione di Maria

Sura 3:
9. O Maria, Dio ti ha scelta (istafaki)…al di sopra delle donne dell’universo

Questa frase è posta in bocca agli angeli che conversano con lei nel Mihrab. Prove di questa predestinazione sono:
- la sua discendenza da stirpe privilegiata;
- la sollecitudine di Dio per la sua vita interiore;
- la sua accoglienza nel Tempio, malgrado fosse donna;
- il suo affidamento a Zaccaria;
- la fornitura di cibo da parte degli angeli e la sua familiarità con essi;
- il sostegno al suo parto;
- la difesa della sua innocenza dalle calunnie;
- la riserva per lei e Gesù di una amena collina per passarvi gli ultimi giorni.

2. La purificazione di Maria

Sura 3:
42. O Maria, Dio ti ha scelta e ti ha resa pura, al di sopra delle donne dell’universo

Il termine usato è "Tahhara" che vuol dire: purificare, purgare, disinfettare da:
- macchia legale, da far sparire con un’oblazione rituale;
- macchia fisiologica, derivante dal fenomeno periodico delle regole, dei rapporti sessuali o dalla semplice soddisfazione dei bisogni naturali;
- macchia religiosa, derivante dal culto idolatrico, frequentazione degli infedeli ed empi, ecc.;
- macchia morale, derivante da turpitudini e azioni immonde ecc.
L’applicazione a Maria è da intendersi non solo in senso fisiologico, come assenza di ogni contatto carnale e permanenza della verginità, ma soprattutto in senso religioso in quanto Dio ne irradiò l’animo di tanta luce interiore da impedire in lei ogni macchia di idolatria e in senso morale, in quanto Dio ne rettificò la volontà e le altre potenze contro ogni perversa inclinazione, così da renderla esemplare di onestà e di rettitudine.
- Per descrivere questo stato di Maria, il Corano non usa il termine "Qiddisa" = santa, ma il vocabolo "Siddiqua" che vuol dire: credente, giusto, fedele, virtuoso, sinonimo, quindi di "Salih", buono, santo e giusto. Dice la sura 5:
75. Il Messia, figlio di Maria, altro non è che un apostolo, preceduto da altri apostoli, e sua madre era una Siddiqua.
- Ma che purificazione è? Secondo alcuni esegeti che si avvalgono di un Hadith riferito a Maometto, solo Gesù e Maria sono stati preservati dal "tocco di Satana" al momento della loro rispettiva nascita. Secondo questo Hadith ogni neonato, al momento di lasciare il grembo materno, emette uno strillo perché Satana lo tocca con un dito, lo comprime una o due volte, lo colpisce con un dardo. Nel caso di Gesù e Maria, il colpo satanico andò a vuoto perché invece di colpire la loro persona, colpì il velo che li proteggeva. Alcuni autori cattolici, leggono in questo evento l’esenzione di Maria dal peccato originale (Roschini), percependovi un eco del dogma cattolico dell’Immacolata Concezione (Haddad).

3. La maternità di Maria

Secondo il Corano, la maternità di Maria è una maternità:
- vera: Gesù è detto per ben 23 volte "figlio di Maria";
- fisica: cioè con vero concepimento (19,22); parto reale (19,23) e cure materne per il figlio (19,27);
- verginale:
a) verginità prima del parto: Gesù è detto "figlio di Maria" senza riferimento ad alcun padre (3,41; 19,20); Maria è descritta come segregata dal mondo, fisicamente vergine al momento dell’annunciazione e la formazione di Gesù nel suo grembo, è paragonata dal Corano alla creazione di Adamo (3,59; 21,91; 3,47);
b) verginità nel parto: sebbene non risulti dal Corano, molti commentatori interpretano i dolori di Maria nel parto come dolori morali e non fisici, affermando implicitamente il parto verginale;
c) verginità dopo il parto: non è affermata chiaramente, ma può essere dedotta dalla convergenza di più indizi coranici: silenzio ermeneutico intorno ad uno sposo; le esimie qualità morali e le nobili disposizioni d’animo di Maria, che lasciano pensare che ella non agì mai contro quelle abitudini di pudore, riservatezza e gelosa custodia della sua verginità, più volte esaltate dal Corano;
- non divina: per il semplice fatto che Gesù non è Dio. Il Corano nega assolutamente questa possibilità, come nega l’esistenza della Trinità, affermando sempre l’assoluta unicità della persona di Dio:

Sura 6:
101. Creatore nuovissimo dei cieli e della terra, come potrebbe avere un figlio, se non ha una Sahiba (Compagna) e se è lui solo che ha creato tutte le cose?

Sura 4:
171. O gente del Libro, non eccedete nella vostra religione, né dite, riguardo a Dio, se non la verità. Certo il Messia Gesù figlio di Maria, è l’apostolo di Dio, il suo Verbo, che egli gettò in Maria, e suo Spirito. Credete dunque in Dio e nei suoi apostoli, e non dite tre! Smettetela, sarà certo meglio per voi. Dio è l’unico. Lontano dalla sua gloria che egli abbia un figlio! A lui appartiene ciò che è nei cieli e sulla terra, e basta Dio per protettore!.

4. La suprema dignità di Maria

Il Corano riconosce a Maria una suprema dignità, espressa già nel versetto citato della sura 3:

42. "O Maria, Dio ti ha scelta e ti ha resa pura, al di sopra delle donne dell’universo (Alamin)".

- Il fatto che Dio scelga, è già elemento di grandissima dignità;
- "al di sopra delle donne dell’universo" mette in rilievo l’elezione di Maria sopra tutte le donne. Il termine "Alamin" ha senso collettivo e designa tutti quanti gli esseri creati: angeli, ginn, uomini, animali, vegetali e minerali. La dignità di Maria è perciò suprema, nel senso che tra le donne nessuna le è superiore, nemmeno Fatima, la figlia del Profeta, né le sue mogli compresa Khadigia;
- La dignità di Maria deriva dalla dignità di Gesù, al quale è intimamente unita. Nel Corano Maria è menzionata 11 volte da sola, ma ben 23 volte in unione con Gesù che è detto: "Cristo figlio di Maria" (5), "Gesù figlio di Maria (13), "Cristo Gesù figlio di Maria (3). Il Corano vede perciò Maria in stretta relazione col figlio e, sempre in relazione a lui, è descritta come madre di "un personaggio illustre", "un profeta", "un apostolo" ecc. Gesù e, quindi, il motivo fondamentale della grandezza di Maria
- Il Corano sembra avere tutti gli elementi per rendere un culto a Maria: culto di venerazione, di invocazione e soprattutto di imitazione, dato che la Madre di Gesù è presentata come "segno" e come "modello" del credente.

MARIA MODELLO (MATHAL) DEI CREDENTI

Il testo coranico che ci interessa è il versetto 12 della sura 66, preceduto dai similari 10 e 11:

10. Dio propose come esempio a quanti credono la moglie di Noè e la moglie di Lot, che erano sottoposte a due dei nostri servitori buoni, ma li tradirono, ed essi non hanno potuto fare nulla per loro presso Dio. Per questo esse si sono sentite dire: "Entrate nel fuoco con quanti vi entrano!".
11. Dio inoltre, propone ad esempio a quanti credono la moglie del Faraone, allorché disse: "Signore mio, edifica a me, presso di te, una casa nel paradiso, salvami dal Faraone e dalla sua opera e liberami dalla gente iniqua".
12. E Maria, figlia di Imran, la quale custodì la propria verginità; sì che noi soffiammo nel suo seno del nostro spirito, ed ella credette nelle parole del suo Signore e nei suoi Libri, e fu una delle devote.

- "Mathal" ricorre spesso nel Corano con sensi diversi quali: esempio - paragone, esempio - similitudine, esempio - parabola, esempio - monito, esempio - modello. Nel versetto 10, va interpretato come "monito" in quanto riguarda la giustizia di Dio che castiga e tormenta ( 2,211 e 2,165). Nei versetti 11 e 12, invece ha il significato di "modello" di fede da seguire e imitare.
- Il versetto 12 indica quali sono le qualità di Maria da imitare: verginità, devozione a Dio, fede autenticamente musulmana. Nel resto del Corano vengono ancora esaltate la fede in Dio (66,12); la fiducia illimitata nella divina provvidenza (19,18); l’abbandono al suo divino volere (3,47); il ricorso istintivo a Dio Misericordioso (3,37); la devozione (66,12); l’integrità dei costumi (5,75); il verginale pudore (21,91); il raccoglimento (19,17); lo spirito di preghiera (3,43); il digiuno (19,26). Da tutto questo si desume che Maria è un perfetto modello del musulmano credente:

1. Maria modello di fede

- Essere credente, significa essere "Muslim" cioè "avere fede in Dio": credere a Lui e in Lui, al suo messaggio salvifico, trasmesso dai suoi inviati:
a) Maria prestò fede alla parola del Signore, aderendo interiormente a Dio senza indecisione o esitazione ma con fermezza, riconoscendo la veracità di Dio e delle verità da Lui rivelate;
b) Maria mantenne per tutta la vita questa fede, accogliendo nella mente e nella volontà tutto quello che Dio si era degnato di comunicare all’uomo lungo tutta la storia della salvezza e nei libri sacri;
c) Maria rivestì la sua fede di tutte le caratteristiche musulmane: sottomissione assoluta al potere sovrano di Dio; dono incondizionato di sé; consegna totale della sua persona, anima e corpo, a lui per attuare i suoi disegni.

2. Maria modello di religiosità

La sura 5 proclama:
110. O Gesù, figlio di Maria, ricordati del mio favore verso di te e verso la madre tua.

- Il richiamo alla benevolenza divina è fatto spesso dal Corano in senso collettivo: agli uomini (35,3); ai figli di Israele (2,47); ai seguaci del profeta (5,7). In termini individuali esso è fatto soltanto per Gesù e Maria.
- Maria ha corrisposto pienamente all’amore gratuito di Dio, mostrandosi sempre religiosa e devota verso di lui. Espressioni di questa perfetta religiosità sono:
a) fu votata a Dio prima della sua nascita e appena nata, Dio la fornì della sua speciale assistenza;
b) visse e si mantenne sempre alla presenza di Dio e nel suo perenne ricordo, facendo di questo un programma di vita e la principale occupazione della sua giornata;
c) visse nella preghiera, seguendo la raccomandazione degli angeli: "O Maria, sii devota verso il tuo Signore, prostrati e chinati con quelli che si inchinano" (3,43);
- praticò il digiuno che Maometto le raccomandò: "Quando vedrai qualche uomo dirgli: Ho votato al Misericordioso di digiunare e non parlerò oggi con nessun uomo" (16,26).

3. Maria modello della donna musulmana

Affascinato dalla verginità di Maria, Maometto ha avuto la delicatezza di farla muovere in un’atmosfera satura di pudore, castigatezza, riservatezza, vedendo in lei il modello perfetto e l’ideale della donna musulmana che deve:
- vivere in accordo e armonia dentro la sua casa (33,23);
- indugiare in luoghi appartati (33,35);
- non mostrarsi in pubblico se non velata o ricoperta dei propri mantelli (33,39) mentre può intrattenersi liberamente con i propri familiari (33,54);
- evitare la familiarità con gli estranei e conversare con loro solo attraverso una cortina o una tenda (33,53).

4. Maria è solo una creatura e non una dea

Il Corano afferma che Maria è una creatura umana, madre di Gesù e non madre di Dio e perciò priva di qualsiasi titolo che possa legarla in qualche modo alla divinità unica e inaccessibile (61).

IV. MARIA NELLA TRADIZIONE ISLAMICA

La tradizione islamica, ha assunto senza alterazioni il dato coranico su Maria, pur cercando di chiarirlo, completarlo e spiegarlo.

I COMMENTATORI DEL CORANO

I commentatori cercano di completare i dati relativi alla vita di Maria, attingendo anche a fonti cristiane, sia Vangeli canonici che libri apocrifi. Il grande commentatore coranico Tafani (+923) dedica, per esempio, una bellissima pagina ricca di poesia al dialogo tra Maria e Giuseppe, ne momento in cui questi si accorge che Maria è Madre. Altri commentatori aggiungono via via la Fuga in Egitto, le Nozze di Cana, l’Apparizione del Figlio a Maria dopo la sua "elevazione" al cielo e non tralasciano nemmeno di parlare della morte di Maria, avvenuta esattamente otto anni dopo l’Elevazione di Gesù, all’età di 51 anni.
Tutti i commentatori aggiungono i dettagli più inverosimili alla vita di Maria, convinti come sono della grandiosa figura di Lei, così come risulta dal Corano.

I TEOLOGI MUSULMANI

1. Essi sottolineano i privilegi e le virtù di Maria. Il teologo Baidawi (+ 1291) formula, ad esempio, una lista divenuta classica dei privilegi concessi da Dio a Maria:
- Fu accettata al servizio del Tempio pur essendo femmina;
- Fu preservata dall’impurità delle altre donne;
- Fu guidata sulla retta via;
- Conversò familiarmente con gli angeli;
- Fu madre vergine;
- Fu giustificata dal Figlio appena nato, dall’infamante accusa degli Ebrei;
- Divenne un segno per il creato;
- E’ modello della donna.

2. I teologi discutono anche sul ruolo di Maria e cioè su quale posto Ella occupi nella gerarchia degli esseri e se sia profetessa.
a) Circa il posto nella gerarchia degli esseri, tutti considerano Maria la più degna di tutte le donne e la prima di tutte le creature. Due correnti comunque, ordinano in questo modo la gerarchia delle donne:
Khadigia – Aishia – Fatima – Maria;
Maria – Khadigia – Aishia – Fatima.
Altri teologi affermano che Maria, oltre ad essere la prima delle donne, è da considerarsi anche la "Regina del paradiso".
b) Non uniformi sono i pareri sul ruolo di Maria come profetessa. In generale si ritiene che Maria sia una "profetessa" (Nabiya) a cui Dio ha parlato, ma non è una "messa" (Rasula), dato che non è stata "inviata" a nessun popolo in particolare.

ANTONINO GRASSO

 

Tratto dalla rivista "Laòs" dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Luca" di Catania - n°2/2002

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