Padre Giuseppe Civerra - Pellegrino al Santuario di Belpasso per celebrare il 50° di sacerdozio |
Iniziamo questo nuovo numero de "La Roccia" con un affettuoso ringraziamento alla nostra cara direttrice responsabile, Maria Calvagno, che, dopo anni di collaborazione, instancabile e fraterna, si è dovuta dimettere per motivi familiari e di lavoro.
Non possiamo dimenticare quanto ha dato in questi anni al nostro periodico e a tutto il movimento sorto attorno agli avvenimenti legati alla devozione mariana in questi luoghi.
Ci auguriamo di averla tra noi, in seguito, come preziosa collaboratrice, anche saltuaria.
Nello stesso tempo ringraziamo Maria Rosa Vitaliti per la disponibilità offertaci nell'accogliere l'invito a dirigere la Redazione de "La Roccia di Belpasso".
Un ultimo ringraziamento lo riserviamo ai tanti che, nei modi più vari, hanno sostenuto in questi anni il nostro notiziario.
Avv. Alfio Tomasello
Un saluto affettuoso e fraterno
Carissimi fratelli,
sono stato mandato dal Vescovo in questo Santuario dal 12 luglio e sto rendendomi conto, ogni giorno di più, del grande dono di Dio.
Ho trovato a Belpasso un Santuario "senza porte e senza finestre" dove è possibile entrare senza il permesso di nessuno. Dinnanzi alle tante chiese con le porte serrate per mancanza di clero, ho trovato qui un segno di una Chiesa aperta, accogliente e discreta.
Da questo Santuario posto sulla nuda terra e ricoperto da splendido cielo, rivolgo il mio primo affettuoso e fraterno saluto a tutti coloro che in vario modo si sentono legati al Cuore Immacolato di Maria, Regina della Pace, e nello stesso tempo ringrazio quanti, con la loro fede semplice, mi hanno edificato e continuano a sostenere e arricchire la mia povera anima.
Ho avuto modo, in questi pochi mesi, di riflettere su alcuni passaggi importanti del culto mariano che si vive in questo Tempio di Dio, e che segnano un vero cammino con "Maria, Madre di Gesù"
II culto al Cuore Immacolato di Maria ci riporta a quella vera conversione del cuore di cui parla tanto il profeta Isaia (29,13). Esso non è una devozione ma un "entrare" in intimità col Cuore di Maria e di Cristo Gesù; è una "vocazione" a rendere in noi vivo il Cuore della Madre e del Figlio.
Tutto ciò presuppone un cammino le cui tappe sono la preghiera per la conversione nostra e dei fratelli, la penitenza e la vita sacramentale.
Ma il terreno ideale del culto al Cuore Immacolato di Maria è la consacrazione della famiglia, cuore della società; per farne un tempio del Cuore di Gesù e Maria, un luogo di pace, di dialogo, di preghiera, di conversione, di apostolato; il luogo del vivere e dell'amarsi secondo Cristo.
L'invito rivolto ai sacerdoti a "venire in processione" a Belpasso ci riporta alla conversione e alla vita sacramentale.
Al Santuario c'è bisogno di sacerdoti che, specialmente il primo giorno del mese, ci aiutino nel ministero della Riconciliazione.
Ho assistito alla gioia che nasce dal miracolo della grazia del perdono di Dio riflesso nei tanti pellegrini riconciliati col sacramento della Penitenza, ma anche alla tristezza, all'approssimarsi dell'ora dell'Eucaristia, di non avere qualcuno che continuasse a spezzare il Pane del Perdono ai tanti che, con devozione, continuavano a richiederlo.
Certamente, spesso, i sacerdoti ci troviamo "indaffarati" nei mille impegni importanti, ma che non possono essere paragonati al "dono di rimettere i peccati". E tra essi, un tempo non lontano, c'ero anch'io!
Per questo vorrei che l'invito giungesse a tutti; per sperimentare il dono che Dio ha posto nelle nostre mani in questo Santuario "senza porte e senza finestre", ma così ricco di umanità penitente.
Infine, mentre mi affido alle vostre preghiere, assicuro a tutti l'impegno a portarvi ogni giorno all'altare di Dio, affinchè l'esperienza del Suo dono ci faccia essere sempre dono di grazia ai fratelli.
Padre Giovanni Condorelli
Rileggiamo il Diario di Rosario
Con questo numero vogliamo iniziare a riflettere sui "Messaggi" del Diario di Rosario Toscano.
Ci soffermiamo oggi sul primo di essi, offrendo un breve commento e, nello stesso tempo, invitiamo i lettori a mandare le loro riflessioni; così nel prossimo numero, mentre approfondiremo il secondo messaggio, pubblicheremo tutto ciò che ci sarà inviato.
"Vi benedico figli miei. Rafforzate la vostra fede partecipando sempre, ma con tutto il cuore alla Santa Messa. La fede è un frutto che non deve marcire mai. La Chiesa, la fede devono essere il presente per poi diventare la Chiesa futura. Meno crederete, più soffrirete. Pregate sempre più e mettete tutto il cuore nella preghiera. Leggete spesso la Sacra Bibbia, capirete molte cose sulla vita santa e sul timor di Dio. Bisogna fare le opere di bene sì, ma educate pure i vostri pensieri, siate umili con i vostri pensieri: l'umiltà è benedetta da Dio. Tenete sempre, in ogni momento, vostro Signore nel vostro cuore, la sua presenza vi darà forza per continuare il vostro cammino e per ottenere sempre più la salute dell'anima e del corpo. Vi benedico nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo. (Primo Messaggio - 11 maggio 1986)
Questo messaggio mi fa pensare all'Eucaristia e alla fede che ad Essa è legata.
Ho potuto constatare come ogni primo del mese arrivano al Santuario centinaia di pellegrini provenienti dalle varie parti della nostra Sicilia, per celebrare la Santa Messa, con dedizione e fervore, come momento culminante e significativo di tutta la devozione alla Vergine Santa, Madre di Gesù.
L’Eucaristia ha la forza di riunirci e far cadere le nostre difese, ci coinvolge e ci fa sentire fratelli. L’Eucaristia è il gesto più comune e, nello stesso tempo, più divino; così umano e così divino; così nascosto e così rilevante!
Gesù è Dio-per noi, Dio-con noi, Dio-in noi. In Gesù, Dio si dona completamente, senza riserve; svestito della sua divinità. Egli ci dona tutto il possibile perché ci dona se stesso: "Mangiate, bevete, questo è il mio Corpo e il mio Sangue: eccomi per voi! ".
Fede, Eucaristia e Carità si sostengono a vicenda: nella fede l'Eucaristia diventa l'amore che si vede, l'amore che dilaga, l'amore fatto storia, l'amore che diventa nutrimento e sostegno della fede e della carità. Non possiamo, quindi, mangiare il Corpo del Signore e rimanere chiusi al fratello; non possiamo riconoscerlo nel Pane e nel Vino senza riconoscerlo e accoglierlo nel fratello. L'Eucaristia, dunque, che celebriamo con tanti pellegrini, devoti alla Madonna, è il sostegno autentico per un vero cammino di fede con Maria Madre di Gesù e Madre nostra.
Molte altre riflessioni sarebbe possibile fare su questo "Primo Messaggio", ma questo compito di arricchimento lo riserviamo ai tanti lettori. Da parte nostra ci impegniamo a pubblicare gli approfondimenti più significativi.
Padre Domenico Grasso
Padre Giuseppe Civerra - Pellegrino al Santuario di Belpasso per celebrare il 50° di sacerdozio
Sono un prete dei sacerdoti del S. Cuore, Congregazione fondata dal servo di Dio P. Leone Giovanni Dehon, ordinato a Bologna per l'imposizione delle mani del Card. Giacomo Lercaro di f.m., il 21 giugno 1953.
Vivo oggi un anno giubilare che ho iniziato nella terra della mia missione di Guerez' in Albania tra preghiere e canti di ringraziamento, proseguito in Italia in quei luoghi dove è nata la mia vocazione, dove ho svolto il mio ministero sacerdotale con tanta gioia e tanto entusiasmo.
Una grazia particolare e una intuizione, che per me è più una ricezione che frutto di ricerca, è stata negli anni 75- 78 la fondazione di una Stagione Radio religiosa: Radio Christus con un programma di emissione prettamente biblico, seguita nel 1978 dalla Stazione "Tele-Dehon" ancora più impegnativa e incisiva. Tutto questo presso il Santuario del SS. Salvatore di Andria, di cui sono stato rettore per venticinque anni.
Maneggiare telecamere, macchine di cineproiezione e fotografie erano i miei cavalli di battaglia, sempre alla ricerca di soggetti religiosi e di vita della Chiesa.
Tralascio i servizi e missioni televisive, negli anni '80, a Medjogorje, a Vicenza, a Croste in Calabria, a Sofferati (Costanza), a Oliveto Citra (Salerno), per approdare alla Roccia di Belpasso.
Gli anni '80 sono stati caratterizzati da tanti messaggi mariani, da reali o presunte apparizioni della Madonna, in tanti luoghi e non solo in Italia. E' stato un momento delicatissimo nei rapporti con i miei superiori e i Vescovi, ma mi sono ben difeso portando i frutti delle tante conversioni, di vita cristiana vissuta, di amore alla preghiera, di ritorno alla S. Messa domenicale, di ogni tipo di rinnovamento nella fede.
In questo contesto mi giunse, nel marzo 1987, una telefonata da una signora di Catania che mi informava di quanto stesse succedendo tra le sciare di Belpasso. Decisi di venire! E il primo aprile ero di fianco alla Roccia con la telecamera in spalla.
Non conoscevo Rosario ne la sua famiglia, ne avevo la minima idea di quante migliaio di persone avrei incontrato in quel luogo, di quante preghiere, rosari e canti a non finire.
Al momento dell'Apparizione, riflessa nell'estasi di Rosario Toscano, mi sentii avvolto da una presenza celestiale, e, per l'emozione e le lacrime, non riuscii a fare una inquadratura decente.
Mi sorprese la fede trovata in questa terra di Sicilia, la loro calma, e, dopo l'apparizione, la pazienza di tutti per ritornare alle macchine o ai pullmans per il ritorno a casa.
Da quel giorno il mio cuore rimase attaccato a questa " pietra nera " che si ergeva tra la desolazione dei luoghi.
Organizzai subito pellegrinaggi per il primo giorno del mese di maggio e così per i mesi successivi.
L'avvenimento cresceva a dismisura e da tutta Italia mi giungevano richieste di notizie, mentre diffondevo i filmati realizzati alla "Roccia" di Belpasso, e, nello stesso tempo, pellegrini a tutta la Puglia, in modo organizzato o privatamente, cercavano conforto alla "Roccia".
Ricordo il pianto e l'emozione dei pellegrini di Andria al ritorno dal pellegrinaggio organizzato il primo maggio del 1988.
E' stata la fede semplice del popolo che dopo quel maggio dell'88 ha continuato a recarsi numeroso con la speranza nel cuore ?
E' stato lo zelo e l'ardore dei primi sacerdoti, oggi in buona parte defunti, a guidare e consigliare; l'impegno del Comitato che si era costituito per rendere questi luoghi accoglienti e degni di quanto era accaduto?
E' stato il ritiro e il silenzio ammirevole di Rosario Toscano, nella fiducia che la Vergine Santa avrebbe aperto le strade per un Santuario riconosciuto dalla Chiesa?
Così, anno dopo anno, cresceva la devozione dei fedeli, sostenuta dalle varie pubblicazioni tese a testimoniare questi avvenimenti.
Così è avvenuto che oggi anch'io sono testimone di questo disegno di Dio e di quanto è stato realizzato.
"Tutte le generazioni mi chiameranno beata".
Questa profezia della Madonna, la nostra generazione l'ha vissuta in modo straordinario, e quello che abbiamo visto in questi 17-18 anni qui a Belpasso è solo l'inizio di quello che vedranno i vostri figli e i vostri nipoti.
Lo ripeterò sempre ai seminaristi e a quelli che si avviano per la via religiosa, quello che mi dicevano i miei padri spirituali, "II segreto della perseveranza, la salvaguardia da ogni pericolo e la benedizione dell'apostolato è tutta nascosta in una grande devozione alla Madonna, Madre della Chiesa, custode del popolo di Dio, ma particolarmente legata ai sacerdoti e alle loro opere di apostolato ".
Padre Giuseppe Civerra S.C.J.
Dalla "Roccia" al Seminario - Storie di vocazioni passate dalla "Madonna della Roccia" - Alberto Agati si racconta.
Non capita tutti i giorni ricevere belle notizie, vivere momenti deliziosi, o fare esperienze nuove che improvvisamente accendono la tua vita, la riempiono di gioia, di serenità, di sensazioni meravigliose, di sentimenti di amore che ti rendono disponibile incondizionatamente, che cambiano radicalmente la tua vita, nonostante la difficoltà a capire che ti è accaduto qualcosa di veramente grande, qualcosa che ti da la certezza che tutto è grazia del Signore.
Tutto questo si è attivato nella mia vita in una calda giornata nel mese di maggio del 2000, durante una piacevole visita presso il Santuario Mariano, nel territorio di Belpasso, dedicato alla Madonna della Roccia.
Desidero scrivere queste parole per testimoniare e condividere con tutti i lettori, la gioia, la pace, la serenità, il forte desiderio di pregare o di sostare in silenzio per alcuni minuti davanti al simulacro della Madonna della Roccia. Sosta che non riesci più a quantizzare neanche con l'orologio in mano, perché entri in una dimensione spirituale così grande da dimenticare gli altri impegni.
Quando sei appagato da questa sensazione sublime, e ti senti saturo di gioia, allora decidi di andare via, ma vi posso garantire che prima di raggiungere il posteggio dell'auto, avete già programmato la prossima visita al Santuario.
Il mio nome è Alberto, sono nato a Catania il 25 ottobre del 1961, ho trascorso la mia giovinezza in città, conclusi gli studi tecnici ho iniziato a lavorare presso il centro ricerche per l'agricoltura in una importante società di Catania, contemporaneamente ho concluso gli studi presso la facoltà di Agraria dell'Ateneo catanese.
Ho sempre sentito dall'adolescenza che il Signore bussava alla porta del mio cuore, ma tra l'imbarazzo di riferirlo ai miei genitori, tra le distrazioni che la vita riserva in ogni momento, ed infine l'inserimento nel mondo del lavoro mi avevano allontanato da questo pensiero, convincendomi di non essere proprio io la persona prescelta.
Il lavoro è ciò che mi ha distratto più di tutto dal desiderio vocazionale che cresceva lentamente in me. Pensandoci adesso, a mente serena, è come se mi fossi trovato di fronte ad un bivio: da un lato il desiderio sempre crescente della vocazione, e dall’altro lato il mondo del lavoro con i suoi orizzonti sempre più chiarì e raggiungibili.
Come accennavo prima, mi sono inserito bene nell'ambito del lavoro riguardo la ricerca in agricoltura, sia perché gli studi da me seguiti sono tutti di orientamento allo sviluppo nel settore agricolo, sia perché, cominciando a lavorare a venti anni, mi sono ritrovato con un bagaglio di esperienza tale da assumere non poche responsabilità nelle ditte per cui ho lavorato.
L'esperienza all'estero, soprattutto in Cina ed in Israele, è stata l'occasione per alimentare quella fiammella vocazionale che sempre ardeva dentro, non perché sia accaduto un fatto particolare, ma era quel ricordo del lungo periodo condiviso con la gente dei paesi del meridione della Cina, obbligata a vivere, a causa del regime comunista, in miseria, sofferenza e sacrifici, che alla fine, dopo la realizzazione piena di quei progetti con le conseguenti agevolazioni economiche e premi di merito, non mi dava quella soddisfazione che mi sarei aspettato; non mi appagava più l'ennesimo obiettivo raggiunto.
Scoppiò in me un forte desiderio di cercare una soluzione, di trovare una risposta a quel sentimento inascoltato e continuamente soffocato dall'ambizione o dalla sordità che è tipica di colui che non vuol sentire. Mi aggrappai con tutte le mie forze alla preghiera e alla meditazione.
Quella visita occasionale, imprevista, e senza alcun programma, al Santuario della Madonna della Roccia, fu per me un lampo a del sereno, un'illuminazione della mente, la soluzione al mio problema.
Invocai la Vergine santa, la Regina della Pace, così come in quel luogo è Venerata, le chiesi di aiutarmi a comprendere bene cosa dovevo fare. Un forte senso di inquietudine, che vivevo già da tempo, martellava la mia mente perché non ero più felice e non sapevo più cosa volessi.
Improvvisamente mi sembrò di trovarmi come in un luogo incantato, sentivo nel mio cuore una serenità indescrivibile, anche gli oggetti più. semplici, persino le pietre, attorno al Santuario mi sembravano possedere armonia, tutto aveva un ordine ben preciso, senza alcuna confusione.
Mi vennero in mente improvvisamente le parole dell'Apostolo Pietro "Signore, da chi andremo, solo tu hai parole di vita eterna ", ed il pensiero meraviglioso di S. Agostino "Signore, il mio cuore è inquieto fin quando non riposa in te".
La mia decisione fu istantanea, fu come se il Signore mi avesse detto: Alberto ti ho lasciato fare ciò che hai desiderato, adesso prova a fare ciò che ti chiedo.
La mia vita è cambiata radicalmente, oggi con semplice umorismo posso garantire con certezza che il Signore ti aspetta sempre qualche giorno in più, ma quando ti chiama la Mamma Celeste non puoi farla aspettare neanche un minuto, dovunque ti trovi, devi correre per andarle incontro perché la Mamma è sempre la Mamma.
Ti ringrazio, Signore, anche a nome di tutti i lettori, per la pace e le grazie che riceviamo attraverso il Cuore Immacolato di Maria, Regina della Pace.
Io ho fatto la mia scelta, mi sono arruolato nell'esercito di Maria, ho lasciato il lavoro, ho rinunciato a tutte le certezze terrene per trascorrere in seminario il tempo necessario per poter diventare un giorno sacerdote.
Mi affido alla Vergine Maria e alle vostre preghiere perché il tutto si realizzi sempre nella volontà e per la gloria del nostro Dio.
Fratel Saturnino nella riflessionedell'1-7-2003
Cari fratelli e sorelle, da qualche giorno abbiamo celebrato la Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo. Riflettiamo ancora su questo grande dono e mistero, facendoci aiutare dalla Madonna e dalla Lettera Enciclica del Papa: "Ecclesia de Eucaristia". Immaginiamo come sarebbe diversa la vita della Chiesa e la nostra vita senza l'Eucaristia. Il Papa ribadisce più volte il concetto: "La Chiesa vive dell'Eucaristia" e continuamente si avvera la promessa di Gesù: "Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". In verità nella S. Comunione si attua un'unione certa, misteriosa e divina tra l'anima nostra e Gesù. Comprendendo questa verità avremo una piena illuminazione sul significato vero del nostro essere cristiano, e con S. Paolo potremo ripetere: "Per me vivere è Cristo"...
La S. Comunione desiderata e vissuta, ci fa scoprire Gesù, ci aiuta a vivere e, con Lui, ci identifica come veri cristiani! La Madonna SS., nelle 32 apparizioni alla Roccia, ci ha insegnato maternamente l'importanza di questa unione misteriosa e reale. Ricordiamo l'insegnamento del Concilio Vaticano II che ha proclamato il Sacrificio Eucaristico, "Fonte e apice di tutta la vita cristiana". Nell'Eucaristia, infatti, è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua, Pane Vivo, che mediante la sua Carne, vivificata dallo Spirito e vivificante, da la vita agli uomini. Lo stupore deve invadere sempre la Chiesa, raccolta nella celebrazione dell'Eucaristia...
Il Papa ha additato alla Chiesa, con nuova forza, la centralità dell'Eucaristia: di Essa la Chiesa vive.
Fratel Saturnino nella riflessione dell'1-8-2003
Cari fratelli e sorelle, non è facile approfondire e capire il grande mistero dell'Eucaristia. Dopo aver letto e meditato l'Enciclica del Papa, c'invade un grande desiderio: piegare le ginocchio e ripetere: "Ave, verum Corpus, natum de Maria!"
Gesù Eucaristia si comprende mettendoci in adorazione davanti a Lui, sforzandoci di amarlo col cuore pieno di riconoscenza e di stupore. La risposta di un Dio nascosto e innamorato di noi verrà, non sappiamo come ne quando, ma verrà. La Madonna ci sta vicino e ci farà capire che veramente Gesù ha patito e si è immolato per noi sulla croce; e con san Pietro ripeteremo: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!'''(Gv.6,68)...
Accostiamoci dunque con grande fede alla S. Comunione e la Madonna ci prenda per mano e ci comunichi sicurezza nella nostra Consacrazione al suo Cuore Immacolato. Quando la Madonna riceveva, per mano degli apostoli, la S. Comunione, per Lei doveva essere quasi un riaccogliere in grembo quel Cuore che aveva battuto all'unisono col suo, e un rivivere ciò che aveva sperimentato, in prima persona, sotto la Croce.
Fratel Saturnino nella riflessione dell'1-9-2003
Cari fratelli e sorelle, ogni tanto è bene riflettere sui nostri impegni di consacrati.
Con questa consacrazione ci siamo messi a disposizione della Madonna, per percorrere la via che Lei ci indicherà. E' la nostra Madre, a Lei ci siamo affidati e con la nostra testimonianza potremo aiutare molte anime. Ricordiamo sempre che la Madonna ci fa incontrare Gesù e ci illumina per assimilare meglio il Vangelo, amando Gesù come Redentore e Signore; così vivremo nel suo regno, aiutando tanti fratelli, parenti e amici a raggiungere questo ideale...
Cari fratelli e sorelle, restiamo uniti nella preghiera, pregando non in modo superficiale, ma profondo, lodando Dio e la Vergine Santa, perché siamo a loro servizio senza limitazione di tempo. Abbiamo vicino a noi il Cuore di Cristo, mite e umile, e il Cuore della nostra Regina e Madre. Il Mondo è una grande mensa dell'amore di Dio cibo ed acqua non debbono mancare a nessuno; ma ci deve essere anche chi li dispensa ai fratelli. La Vergine Maria ha bisogno di noi presso la mensa, come di quei servi a Cana. Invochiamo lo Spirito Santo e diventeremo suoi servi fedeli e costanti.
1 Ottobre 2003 |
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